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Le 30 it bag più iconiche

Le 30 it bag imprescindibili

Caro Babbo Natale...Ops! Se state leggendo e non è per niente Natale, ma sentite già il bisogno di scrivere una lunga, commovente letterina, siete perdonate. C’è chi si appellerebbe davvero a chiunque pur di avere la it-bag dei desideri nel proprio armadio. Vi è capitato di sfogliare una rivista e rimanere incantate di fronte a una Gucci Dionysus per poi lanciarvi in calcoli su calcoli per capire quanti mesi di risparmi ci vorrebbero per conquistarne una? Preparate un piano per le vostre economie su base decennale, perchè qui a Stylight abbiamo selezionato le 30 it bag da impugnare almeno una volta nella vita: sono le borse più desiderate e iconiche degli ultimi decenni. Dalla 2.55 di Chanel alla Baguette di Fendi (non a caso la preferita di Carrie Bradshaw), fino alla super-instagrammata Céline Luggage. Fate attenzione, però: leggere questa pagina potrebbe avere alcuni seri effetti collaterali, inclusi sudorazione intensa e attacchi di online-shopping acuto. Non dite che non vi avevamo avvisato!

Stylight ha selezionato le 30 borse più iconiche di tutti i tempi in un’infografica che è anche una lista dei desideri.

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Che le it bag siano un oggetto del desiderio lo sappiamo. Ma, oltre a sognare, è in aumento il numero di donne che passano all’azione, concedendosi almeno uno degli esclusivi accessori: a partire dal 2014 le vendite delle borse sono salite del 5% negli Stati Uniti, ammontando a 11,5 miliardi di dollari solo nel 2015.

Le it-bag più iconiche di tutti i tempi

Le borse sono uno tra gli accessori più classici e, con l’avvicendarsi delle stagioni, veniamo tentate ogni volta dai nuovi modelli lanciati sul mercato. Alcune, però, riescono ad entrare nell’Olimpo dei grandi classici e rimangono un oggetto del desiderio per anni e decenni: per esempio la Speedy di Louis Vuitton, probabilmente più anziana della maggior parte delle sue nuove acquirenti. Creata dalla maison francese nel 1930, è stata una it-bag per decenni. Orginariamente misurava solo 30 cm; le dimensioni sono poi state ridotte a 25 cm per Audrey Hepburn nel 1965. Il competitor storico di Vuitton, Goyard, è stato fondato un anno prima ed è riuscito a preservare un alone di mistero attorno a sé: la it-bag firmata Goyard è la Saint Louis, un modello che vende come il pane nella capitale francese, senza il bisogno di investire in pubblicità o promozione di alcun tipo. E poi... Come possiamo parlare di borse senza citare la 2.55 di Chanel? Una delle borse più eleganti di tutti i tempi, deve il suo nome alla sua data di creazione nel febbraio del 1955. Almeno questo mistero è stato risolto! La popolarità delle cosiddette it bag è andata di pari passo anche alla crescente popolarità del concetto di it girl: le vediamo infatti al braccio delle fashioniste più note e desiderate. La Baguette di Fendi è l’esempio perfetto di bag che si è guadagnata il prefisso “it” dopo essere stata indossata da Sarah Jessica Parker nella serie TV di culto Sex and the City. La Baguette è stata lanciata nel 1997, Vogue ha riportato la voce che ne siano state vendute ben 100.000 soltanto ad un anno dalla messa in commercio. Oggi è possibile acquistarla in una delle tante fantasiose riedizioni. Ci sono borse che non hanno bisogno di troppi product placement per diventare pezzi iconici: i best seller di Prada possono contare sul nome prestigioso, la tradizione del brand e sui materiali di qualità per conquistare lo status di pezzi di culto. Uno di questi è sicuramente la Galleria di Prada, celebre per l’esclusiva pelle Saffiano e battezzata così in onore del primo negozio del marchio, aperto da Mario Prada nel 1913 in galleria Vittorio Emanuele II, a Milano. Abbinata ad un abito business rende il look impeccabile (avete presente Olivia Pope in Scandal?); per dare un tocco delicato al look, la versione in rosa è una delle nostre preferite, abbinata a un paio di décolleté rosa. Per la maison Gucci, è stato invece l’uso di un materiale poco convenzionale a decretare il successo di una delle borse più celebri create dal brand: il bambù. Durante la seconda guerra mondiale il marchio aveva cercato di utilizzare materiali alternativi per la propria produzione. Nel 1947, infine, la casa di moda ha dato vita alla prima linea con finiture in bambù. La Bamboo bag firmata Gucci è stata vista al braccio di Elizabeth Taylor e Lady Diana, tra le altre. Il modello in commercio oggi è sempre fatto a mano ed è prodotto assemblando ben 140 pezzi diversi, il manico in bambù viene prodotto artigianalmente in Italia, piegato e bruciato per conferirgli la giusta forma: è possibile portarne a casa una, magari con una stampa floreale, per meno di 2000 euro. Il colore naturale del bamboo? Ce lo immaginiamo abbinato a un impeccabile tubino beige

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La maison francese Hermès è particolarmente ferrata quando si tratta di borse iconiche: si potrebbe affermare che abbiano praticamente inventato il concetto di it bag! Il sito della maison racconta di come Robert Dumas abbia disegnato il noto accessorio femminile nel 1930. La Principessa di Monaco Grace Kelly si innamorò del modello e commissionò mezza dozzine di borse in diversi colori. Poi un giorno, nel 1956, una foto della Principessa con al braccio una delle borse venne pubblicata in copertina da Life magazine, venendo esposta all’attenzione pubblica. Si scoprì che l’attrice americana aveva usato la borsa per nascondere il pancione: era infatti incinta della figlia Caroline. La borsa non poteva che essere ribattezzata “Kelly”. Il trascorrere del tempo non ha scalfito la popolarità della Kelly. Molto ambita ancora oggi, è una delle migliori amiche di diverse celebrity e Kim Kardashian può confermare. Per il suo 34esimo compleanno, nel 2014, Kim ha infatti ricevuto dal marito Kanye West una Kelly decorata dalla figlia di appena un anno, North West… Che gesto romantico! Ma la Kelly non è l’unica borsa ad esser stata battezzata in onore di un personaggio noto. La borsa “Jackie” di Gucci, creata intorno al 1961, era la preferita della first lady americana, Jacqueline Kennedy.  Anche la “Cassandre”, la classica borsa di Yves Saint Laurent con il logo “YSL” in mostra, è diventata incredibilmente desiderata dopo il suo rilancio. Il nome? e' dovuto all’iconico logo, disegnato nel 1961 dall’artista Adolphe Mouron Cassandre. Lo ritroviamo oggi su tutte le borse Monogramme tra cui, dobbiamo ammettere, un delle nostre preferite  è la versione clutch in tasselli dorati, acquistabile per circa 1,500$. C’è poi la “Lady Dior”, chiamata così in onore di Lady Diana. La borsa all’inizio si chiamava “Chouchou,” che significa “preferita” in francese, ma quando a gennaio 1995, la First Lady di Francia, Madame Bernadette Chirac, ha offerto alla Principessa di Galles l’ultimo modello della borsa, Lady Diana se n’è innamorata all’istante. Il fatto che all’epoca Lady Diana fosse la donna più fotografata del mondo, ha probabilmente contribuito ad accrescere la popolarità della borsa. Un’altra musa che si nasconde dietro il nome di una it bag è Ricky Lauren. Si tratta della madrina della Ricky bag di Ralph Lauren e perfetta rappresentante dello stile preppy all’americana. E lo stilista lo ha dichiarato: “Mia moglie Ricky è la mia musa. Il suo stile personale e la sua bellezza naturale sono sempre stati d’ispirazione per me." Nel 2013, il brand americano ha ridisegnato l’iconica borsa e l’ha ribattezzata “Soft Ricky”.  

Borse a battesimo

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E’ impossibile parlare di it bag tralasciando la più acclamata, iconica e costosa di tutte. Ci sarebbe davvero molto da dire sulla Birkin, ma lo spazio è limitato e abbiamo selezionato solo alcuni dei tanti aneddoti. Tutto ebbe inizio nel 1981, quando la cantante e attrice britannica Jane Birkin incontrò in aereo Jean Louis Dumas (succeduto al padre Robert alla guida di Hermès), accompagnata dalla sua Kelly firmata Hermès. I due parlarono del fatto che la borsa avrebbe potuto essere più pratica e funzionale e Jane Birkin fece anche uno schizzo per illustrare come se la immaginava. Qualche anno dopo, nel 1984, sarebbe venuta alla luce la Birkin e l’ossessione delle fashioniste di tutto il mondo avrebbe avuto inizio! E impazza ancora oggi. Infatti il mese scorso è stata proprio una Birkin a battere un record straordinario: si tratta della cifra pià alta per la rivendita di una borsa, acquistata per la modesta cifra di 298.000 dollari. La Birkin in questione misura 35 centimetri ed è datata 2008, è fatta di pelle di coccodrillo con finiture in oro bianco e diamanti. E naturalmente la Birkin è un must per le celebrity: sembra che Victoria Beckham ne abbia una collezione del valore approssimativo di 1.5 milioni di sterline. Logica vuole che le proprietarie di un oggetto tanto prezioso, la tratti con cura e attenzione, no? Ma a volte la notorietà può oscurare il buon senso. Nel 2010, ad esempio, Lady Gaga ha scarabocchiato con un pennarello nero in giapponese 'I Love Little Monsters, Tokyo Love' su una candida Birkin. Sacrilegio! Non contenta, ha poi chiesto ai fan di scrivere sul retro della borsa. Ma c’è di peggio: la figlia di Clint Eastwood ha donato al fidanzato Tyler Shields una Birkin in coccodrillo da 100,000 $, perché la distruggesse in nome dell’arte: possiamo solo gridare al cielo un disperato “Perché?!” E fissare il paio di sandali rossi che avremmo potuto abbinare a un tesoro del genere. 

Con un nuovo secolo inizia anche una nuova generazione di it bag! Qual è la borsa che ha ispirato per prima il termine it bag? Non ci sono informazioni certe al riguardo, ma potremmo scommettere sulla City Bag di Balenciaga, creata da Nicolas Ghesquière.  La borsa più vista e copiata, completa di zip e borchie, è stata vista indosso a Kate Moss e Sienna Miller. Nel 2003, Mulberry ha invece lanciato la Baysweater, che deve il suo nome ad una zona di Londra ed è stata disgenata da Nicholas Knightly, che ha iniziato a lavorare per Mulberry nel 2002. E’ diventata presto un best seller, nonostante il prezzo non esattamente accessibile di 600 sterline. Dopo la Baysweater, è stato il momento della cartella PS1 di Proenza Schouler, che è stata concepita come la “anti-it bag”: ci dispiace, ma non crediamo siano riusciti nell’intento! E poi nel 2009 è arrivata la Luggage Tote di Céline. Da quando è nata questa borsa, riconoscibile per le “ali” ai lati e il design strutturato,  è stata impugnata da moltissime mani celebri: quelle di Nicky Hilton, Rihanna, Kim Kardashian, e persino Leighton Meester, che l’ha scelta in versione maxi. Business of Fashion ha riportato che i ricavi di Céline sono raddoppiati tra il 2010 e il 2013, oltrepassando i 400 milioni di euro nel 2012: la Luggage Tote è stata una delle maggiori responsabili di una simile crescita. Sempre nel 2009, è nata un’altra it bag: la Rocco di Alexander Wang. Quest’ultima è stata una hit per un lungo periodo, come anche la borsa Falabella firmata Stella Mc Cartney che, con il suo look destrutturato e le riconoscibili catene in argento, è ancora oggi uno degli articoli più venduti dal brand, ad un prezzo che si aggira attorno ai 795 euro. Pensiamo che starebbe benissimo con un jumpsuit nero e, per completare l'outfit dai toni casual chic, con un paio di sandali con zeppa in nero. E voi? A cosa abbinereste la vostra it-bag preferita? 

Gli anni ‘00 e la it bag mania

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Le it bag di oggi si chiamano ancora Lady, Speedy, o 2.55, ma hanno anche nuovi nomi, più o meno evocativi: Kalifornia, Rockstud, o Dionysus…. E siamo impazienti di scoprire quale sarà il prossimo nome a entrare nell’Olimpo delle borse da sogno.  
Qual è la tua it bag preferita?